Paypal e bitcoin: il patto con il diavolo

La notizia dell'apertura di Paypal all'uso dei Bitcoin, è stata accolta da tutti come una buona notizia per i bitcoin, oltre che per PayPal.
Ma quanto questo matrimonio di convenienza può funzionare o essere veramente "conveniente"?

Internazionale

Il primo dubbio è sulla disponibilità geografica: "sarà inizialmente disponibile ai merchants nel nord america" dice l'annuncio. Una delle caratteristiche dei bitcoin, è l'indipendenza geografica delle transazioni: chiunque possegga Bitcoin può trasferirli ad un qualunque wallet, indipendendentmente dalla localizzazione geografica, e non è possibile limitare tale libertà in funzione della appartenenza geografica sia del mittente che del destinatario.

Scatole cinesi

Paypal specifica che "i bitcoin non saranno aggiunti come valuta nel wallet digitale e i pagamenti in Bitcoin non saranno processati attraverso la loro piattaforma di pagamento", ma che consentirà ai merchant di accettare bitcoin per le loro transazioni, avvalendosi dei servizi di 3 società (BitPay, Coinbase e GoCoin) che gestiscono i pagamenti in bitcoin.
I bitcoin sono noti per essere una rete peer-to-peer, dove gli utenti possono finalmente effettuare transazioni senza bisogno di intermediari, e in questa soluzione invece gli intermediari sono almeno 2: paypal e una delle 3 società.
Questo vuol dire che ognuna di queste società vorrà mangiarsi una fetta della transazione, introducendo quindi costi nei i suoi passaggi e tutti i suoi limiti.
È possibile che in futuro Paypal cercherà di fare a meno di questi 3 operatori, quando avrà "visto come le cose si sviluppano", il che suona come la tecnica mortale "abbraccia, estendi ed estingui" che abbiamo visto in altri casi.

Il patto con il diavolo

È  una pillola amara che bisogna ingoiare per poter crescere, un patto con il diavolo?
Può darsi
Entrambi avranno inizialmente vantaggio da questa unione, in termini di immagine, credibilità, diffusione.
Ma va capito chi tra i due, Paypal e Bitcoin, in futuro potrà soffrire maggiormente da questa relazione. Le simbiosi, anche in campo biologico, hanno diverse forme: in alcuni casi possono essere mutualistiche, in altre parassitiche.
Paypal probabilmente ha capito che non può più ignorare i Bitcoin, e che combatterli ormai sarebbe inutile e controproducente.
I Bitcoin in questo momento hanno tanto da guadagnare dal fatto di essere utilizzati per le transazioni PayPal.
Chissà però se Scott Ellison, dirigente per le strategie di PayPal, ha considerato l'ipotesi che una volta che i suoi utenti inizieranno a prendere familiarità ed usare i Bitcoin, potrebbero rendersi conto che per fare transazioni su Internet con i Bitcoin non c'è bisogno di intermediari come PayPal, dei loro costi, di carte di credito e banche, e delle attuali limitazioni geografiche, di importi, e sui soggetti ai quali è consentito fare transazioni.

Commenti

  1. La riflessione che fai è interessante, ma potrei replicare che Bitcoin non è rappresentato da nessun ente centrale e che non ha fatto un patto con nessuno. Direi piuttosto che è stato Paypal a dover "venire a patti" con Bitcoin, dandogli ulteriore legittimazione e importanza agli occhi del mainstream. E' anche vero che Bitcoin teme la centralizzazione come Superman la criptonite, ma in questo caso non vedo pericoli, ma solo opportunità per la popolare criptomoneta. Mia modesta opinione :)

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